First Drops: che cosa ti ha spinto a dedicarti all’arte della ceramica e che cosa rappresenta per te?

Lidia Marti: ai tempi delle scuole medie, durante una gita scolastica, visitammo ad Albissola un laboratorio ceramico; fu in quel momento che provai un’attrazione e poi una vera e propria passione per questa materia informe, capace però di assumerne infinite, di forme. Poter vedere un torniante in azione mentre fa sgusciare fra le sue mani una palla di terra che diventa in pochi minuti una forma fu decisamente folgorante… Esperienze che succedono in giovane età.

PE: Quali aspetti del tuo lavoro ami maggiormente?

LM: Il bijoux contemporaneo è per me il campo dove esercitare la mia immaginazione: mi affascina creare micro sculture che cambiano e si trasformano fra le mani di terzi, invitandoli al gioco, a volte per scoprirne il double-face, altre per combinarne gli elementi di cui sono composte, creando un rapporto intimo e personale fra loro e chi le sceglie. Amo coinvolgere e rendere creatore chi si presta al gioco, stimolandolo alla ricerca di una propria combinazione.

___________________________________

…mi affascina creare micro sculture che cambiano e si trasformano fra le mani di terzi, invitandoli al gioco…

___________________________________

PE: Le difficoltà che incontri?

LM: Tanto mi piace e trovo facile chiudermi in laboratorio per giorni interi, quanto sono in difficoltà a fare conoscere il mio lavoro, a trovare le giuste relazioni col mondo economico e di immagine.

PE: Quali sono i temi che ispirano la tua ricerca artistica? In che modo li sviluppi o cambiano nel tempo?

LM: Osservare il cielo notturno, con gli occhi inebriati, congiungere dei punti luminosi immaginando geometrie variabili è stato il mio sogno fin da piccola; creare solidi impossibili nell’immensità del cielo stellato è per me esilarante. In seguito cerco di eliminare tutto ciò che non serve per lasciare che emerga solo l’essenza delle cose; questo avviene durante la manipolazione dell’insieme.

PE: Puoi spiegarci le peculiarità tecniche di alcuni tuoi lavori, come se avessi di fronte qualcuno che non conosce l’arte dal punto di vista pratico?

LM: Le tecniche per trasformare questa materia sono davvero tante ed è con la conoscenza di alcune di queste che sperimento nuove soluzioni formali. Fare di un pensiero “forma” attraverso la trasformazione della materia è per me l’Alchimia del ceramista e usare la sperimentazione per realizzare l’idea immaginata è la sfida in cui mi lancio quando ho qualcosa in mente. Per le forme che penso mi lascio libera di trovare materiali di altra natura e nel caso delle micro sculture da indossare uso dei fili metallici resistenti alla temperatura (960°-980°) come sottili legami fra le parti ceramiche, dando anima a piccole e leggere geometrie…

PE: Ti piace lavorare su richiesta o in base a un progetto predeterminato?

LM: Mi piace lavorare in libertà ma apprezzo le richieste.

PE: In che modo ti piace relazionarti con i clienti?

LM: Attraverso laboratori, workshop e altre azioni; mi piace girare il mondo facendo diventare la mia vita una continua scoperta.

PE: È importante per te creare con le tue mani le opere che progetti? Affideresti la loro realizzazione ad altre persone?

LM: Trovo grande piacere creare con le mie mani ma sarei disposta a cedere la realizzazione ripetitiva del prototipo.

PE: Il tuo sogno per il futuro?

LM: La parte di riconoscimento economico è per me difficile; non potendo fare tutto, sognerei di non dovermene più occupare. A pensarci bene, questo è uno dei miei sogni più grandi.

Nelle immagini particolari delle collezioni Costellazioni e Molecole di Lidia Marti